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In questi giorni si è tornato a parlare, finalmente, dell’Ostello. Esattamente 4 anni fa, nel marzo 2008, scrivevo l’articolo di cui sotto. Nel frattempo sono state impiegate ingenti risorse (1 milione e 130 mila euro) e la struttura è finita da tempo, anche se non completamente (mancano gli arredi).


Da qualche tempo si parla del nuovo investimento deciso dall’amministrazione comunale, quello riguardante l’ostello per giovani presso il Foro Boario.
Tale progetto prevede l’impiego di ingenti risorse (1.000.000 di euro?) per la ristrutturazione della palazzina che dovrebbe ospitarlo. Credo sia utile, mentre si sta progettando l’opera, discutere anche degli aspetti gestionali di questo nuovo servizio. Scopo di questo articolo è proprio quello di fare alcune domande per aiutare a comprendere bene gli obiettivi che si pone l’amministrazione con questo progetto e gli strumenti attraverso i quali intende gestire la struttura e raggiungere gli scopi e le finalità.
Innanzitutto credo occorra fare riferimento al bisogno di una struttura come questa in città: è frutto di una indagine riguardante una forte richiesta? C’è stata una domanda negli anni trascorsi? E’ possibile conoscerne i numeri? Quali sono gli elementi che indicano tale futuro bisogno per la città? E’ una priorità oppure no per la nostra città, anche rispetto ad altri servizi? Sarà solo un ostello per giovani oppure si aprirà anche ad altri servizi? Sarà aperto tutto l’anno oppure solamente nei mesi più caldi? Il progetto fa riferimento (ed è in rete con) ad altre esperienze in regione, in Italia o in Europa? Ha una vocazione di tipo turistico oppure caratteristiche più di tipo “residenziale” o sociale? E’ rivolto particolarmente a giovani stranieri o italiani?
Credo sia interessante rispondere a queste domande, con dati precisi, per spiegare alla città come è nata l’esigenza di investire risorse in questo nuovo servizio comunale.

Un altro aspetto di grande importanza ed interesse riguarda la “gestione” della struttura. Infatti, ogni attività rivolta alle persone (fosse anche solo una attività di tipo “alberghiero”) in particolare quelle che comportano un forte “turn-over” di persone, sono attività che vanno presidiate e gestite:

  • quali sono i criteri di accesso, di permanenza e di uscita dalla struttura? Fanno riferimento all’età, alla cittadinanza, alla situazione economica, al progetto di permanenza in città (turismo, studio, lavoro…),
  • quali figure professionali presidieranno la nuova struttura per giovani?
  • quali i servizi che verranno offerti, da un punto di vista alberghiero (cucina, pulizie…) culturale, di accoglienza, segreteria ed orientamento? In sostanza, sarà una nuova offerta di tipo “alberghiero” a costi più contenuti (e per tale motivo non lasciato all’iniziativa privata) oppure si rivolgerà ad una soglia più bassa ed in larga misura autogestita dagli stessi fruitori?
  • la struttura ed i suoi servizi saranno gestiti in prima persona dal Comune o si prevedono appalti? Di tutto il servizio o di parti di esso? Sono previsti criteri di accesso?
  • si prevede sia un servizio che, una volta fatto l’investimento iniziale, produca utili, si autosostenga, oppure si prevede continui a costituire un costo per l’amministrazione comunale e quindi per la città?

In sostanza: se il “target” è di tipo alberghiero, quindi commerciale, non si vede perché debba essere il Comune a fare un investimento così consistente ed a gestire l’attività.
Se invece ha caratteristiche più “sociali” occorre capire meglio, dopo l’investimento iniziale di ristrutturazione, quale tipo di gestione complessiva ha in mente l’amministrazione.
E’ ancora possibile ripensare questa struttura come una struttura flessibile? In caso affermativo, se da un lato pare plausibile che ci si possono attendere giovani turisti nei 3 mesi estivi, nei rimanenti 9 mesi la struttura potrebbe essere riconvertita in “ospizio” per i poveri, per coloro che anche nei mesi più freddi dormono in domicili di fortuna?
Sembrano infatti essere in aumento, anche a Carpi, le persone che, per le più svariate vicissitudini della vita, si trovano senza alloggio e senza la possibilità di trovarne tempestivamente uno nuovo. Spesso sono italiani, carpigiani. Sembrano poi in aumento le persone “senza fissa dimora” che cercano posti dove dormire, anche solo per qualche notte. Fino a poco tempo fa questo era un fenomeno limitato quasi esclusivamente alle grandi città, ai capoluoghi di provincia; ora invece anche città medie come Carpi diventano una possibile meta di questi “itineranti” della società.
La localizzazione in città, vicino alla stazione, ai servizi ed al centro, ne farebbe sicuramente un luogo più idoneo ed interessante, rispetto all’ex dormitorio di Cortile, attualmente chiuso per ristrutturazione, dove potrebbero trovare ospitalità esclusivamente famiglie.
Affido queste semplici considerazioni e domande ad un articolo di giornale perché credo possa essere uno dei mezzi attraverso i quali aprire un dibattito in città, un dibattito non confinato solo a Giunta e Consiglio comunali, luoghi comunque deputati a decidere.

Marzo 2008                                Stefano Facchini

Oggi il Comune mette a bando la gestione della struttura. Non sono mai state fornite risposte alle domande contenute nell’articolo. Ciò che è cambiato, nel frattempo, è stato l’aggravamento della crisi economica ed abitativa, che 4 anni fa era solo agli inizi.
In queste settimane sono stati pubblicati i dati relativi alla esecuzione degli sfratti in provincia di Modena: 1.320 provvedimenti di sfratto nel 2011 (il 96,4% dovuti a morosità).
Provincia, Regione e fondazioni bancarie della provincia hanno costituito in questi giorni il “fondo salva-sfratti”, una proposta i cui beneficiari saranno, giustamente, i proprietari.
Ma agli inquilini, ai tanti inquilini che non riescono, onestamente, a pagare affitti e spese, chi ci pensa?
Terre d’Argine, con l’aiuto della Fondazione ha da poco attivato il progetto La casa nella rete: speriamo possa dare frutti meno timidi di quelli visti fino ad oggi con le politiche per la casa, per aumentare il numero di alloggi popolari o “sociali”, almeno nel Comune di Carpi.

Concludo con due domande aggiornate:

  • Il bando tiene conto della nuova situazione socio-economica-abitativa?
  • Prevede un utilizzo anche “sociale” dell’Ostello, almeno nel periodo invernale, almeno per una porzione dell’immobile?
 

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